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Per quanto difficile da contenere e gestire, il metodo migliore per evitare la tossicità che il proprio gioco può generare nel pubblico è costruire una buona community.

Essa ha origine innanzitutto dal rapporto tra sviluppatore e utenza, dal tipo di etica, e dall’interazione che il gioco promuove. I giocatori, mossi da interessi comuni, si ritrovano a collaborare e interagire anche al di fuori del gioco, iniziano a produrre contenuti, arte, topic di discussione e teorie, fino a formare una sorta di standard sociale non scritto che unisce l’esperienza e le memorie di ognuno. I giocatori si affezionano al gioco e alla community stessa, e sono i primi ad evitare e segnalare i comportamenti scorretti dei troll.

Il senso di comunità genera quattro dinamiche fondamentali che arricchiscono enormemente il gioco:

  • Appartenenza: La percezione di essere parte di un gruppo ben definito.
  • Influenza: Il potere di azione o decisionale che deriva dal proprio ruolo nel gruppo.
  • Integrazione e soddisfacimento dei bisogni: I vantaggi e premi ottenuti, in game e non, grazie all’interazione e la costruzione di legami.
  • Connessione emotiva condivisa: La garanzia di condividere emozioni legate ad eventi importanti, profondi o divertenti con persone che ci comprendono.
Queste quattro dinamiche si applicano all'intera community, ma possono essere ridotte in modo frattale: squadre nei giochi sportivi e competitivi, classi scolastiche e gruppi di amici hanno le stesse basi di interazione sociale, declinate però su scale e contesti diversi.
Queste quattro dinamiche si applicano all'intera community, ma possono essere ridotte in modo frattale: squadre nei giochi sportivi e competitivi, classi scolastiche e gruppi di amici hanno le stesse basi di interazione sociale, declinate però su scale e contesti diversi.

Qualche consiglio pratico per la creazione di una community

Per ospitare e far crescere una community sana bisogna partire dal processo di design e andare ben oltre il lancio del titolo. Spesso infatti un fandom accompagna la casa produttrice di gioco in gioco, in un viaggio che si slega dalla singola esperienza, ma assume un significato globale.

Non mancano casi di giochi e fenomeni pop ormai fuori produzione, così potenti e radicati nelle persone da continuare a vivere per generazioni sotto forma di comunità.

Definiamo quindi quali fattori permettono di sviluppare al meglio la propria community:

  1. Favorire l’amicizia: Inserendo metodi per comunicare e creare relazioni significative, argomenti e problemi su cui discutere, anche trascendenti l’esperienza di gioco.
  2. Mettere il conflitto al centro: Incitare i giocatori a dimostrare le proprie abilità nello sconfiggere gli avversari (digitali o reali) e collaborare. Il conflitto, però, deve generare competitività sana, non esclusione.
  3. Usare l’architettura: Strutturare gli ambienti in modo da avere spazi di incontro e condivisione di momenti. Siano essi tool digitali o spazi in convention.
  4. Fornire proprietà comuni: Inserire oggetti o luoghi che appartengono a gruppi di giocatori (come gilde e squadre), a favore del gruppo e non del singolo membro.
  5. Forzare i giocatori a dipendere gli uni dagli altri: Attribuire bonus, premi e condizioni di vittoria alla collaborazione diretta tra utenti.
  6. Creare obblighi verso gli altri: Creare situazioni in cui i giocatori si fanno promesse per il futuro o stabiliscono debiti e favori dovuti.
  7. Lasciare che i giocatori si esprimano liberamente: Inserire forme di personalizzazione di avatar ed equipaggiamento, nonché un sistema di comunicazione non limitante.
  8. Supportare su più livelli: Inserire nuovi contenuti e modalità di supporto e interazione per i tre giocatori modello (il novellino che apprende le regole, il “player” che fa esperienza delle sfide e il veterano che ha concluso e padroneggiato l’esperienza).
  9. Gestire il rapporto tra sviluppatore e community: Costruire e mantenere nel tempo il dialogo tra creatore e utente, mettendo in piedi un feedback loop costante.
  10. Creare eventi: L’interazione diretta e le memorie condivise rinforzano enormemente una community, soprattutto se si riunisce raramente perché sparsa nel mondo.

Infine, lo sviluppatore dovrebbe sempre incoraggiare e supportare tutti i comportamenti positivi della community, anche nei casi in cui le interazioni vanno in direzioni diverse rispetto a quelle ipotizzate in fase di definizione delle strategie di comunicazione.

Una community può aprire infatti a possibilità non considerate che, sul lungo termine, possono fare la fortuna di una software house.

La community di Pokémon Go è costantemente rinvigorita da eventi su scala globale e locale. Che si tratti di ritrovi fisici o condizioni peculiari nel gioco, i giocatori sono spinti a sperimentare le novità, incontrarsi e interagire.
La community di Pokémon Go è costantemente rinvigorita da eventi su scala globale e locale. Che si tratti di ritrovi fisici o condizioni peculiari nel gioco, i giocatori sono spinti a sperimentare le novità, incontrarsi e interagire.

Soddisfare tutti i giocatori è estremamente difficile, se non impossibile. Per quanto il pubblico di un gioco sia già di per sé settoriale e si formi in modo quasi autonomo, contiene sempre una vasta gamma di individui, con una concezione di divertimento molto diversa.

Leggendo questo articolo puoi iniziare a dissezionare le categorie di menti giocanti, nonché i motivi per cui possano apprezzare gli stessi giochi sotto lenti diverse.

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